23 ottobre 2014

Numero di Ottobre: Misery Purple 'Zine!

Con grande fatica, ma con ancor più grande soddisfazione vi presento il secondo numero di MiserY PurplE, con copertina Ottobre.

Questa volta si è voluti volare alto, la cover è dedicato a un gruppo che dall'Oregon ha conquistato tutto il mondo: gli Yob.

Per far loro degna compagnia le recensioni sono state dedicate a Goat, Obake, Eremite e Brain Pyramid.

Grazie a Eugenio Crippa per le foto degli Yob!

Bando ai convenevoli: cliccati la copertina e scaricati il pdf!!!

https://drive.google.com/file/d/0B_4ufdUa0YJEU2x4bGdWUERsZVk/view?usp=sharing

1 ottobre 2014

Live Report: Yob + Pallbearer + Zodiac + Kröwnn @ LoFi, 27 settembre 2014

Questa è stata una data lungamente attesa.
Dal 2011 gli Yob non mettevano piede sull’italico territorio – e sul palco del LoFi – e in occasione dell’uscita del loro nuovo album Clearing The Path To Ascend il trio dell’Oregon è tornato finalmente a renderci omaggio, portando con sé una schiera di validi apriporta.
Il tutto possibile grazie all'intervento di Hard Staff e Solo Macello.
Sul nuovissimo palco del club milanese, più grande, più spazioso e profondo e decorato da schermi tv alle spalle dei musicisti, aprono questa lunga serata i Kröwnn da Venezia. Una explorer dal tagliente suono heavy metal si erge sulla duplice presenza femminile: sia al basso che alla batteria si fa valere, infatti, il gentilsesso, portando sul palco tutta l’anima heavy che una donna può avere senza necessariamente emulare un uomo. Presenza scenica, perciò, godibile insieme all’esecuzione che si rivela essere molto più stoner dal vivo che su disco, ma forse più nella composizione che nei suoni, i quali richiamano invece il metal classico.

Foto di Eugenio Crippa
Foto di Eugenio Crippa
Foto di Eugenio Crippa
Al turno degli Zodiac si viene scaraventati in un suono seventies allegro e ballabile al limite del rockabilly, quando la band non si esibisce in struggenti blues elettrificati, dove solo i sentiti  assoli riescono a toccare tanto quanto la voce alla Mark Lanegan. Per quanto sia notevole la diversa natura di questi tedeschi rispetto alle altre esibizioni, gli Zodiac sono presi e coinvolgenti, fanno muovere e battere le mani: i quattro di casa Napalm Records li conquistano tutti.







È un piacere per gli occhi e per il cuore vedere la sala gremita già dai primi opening act. Peccato che questo accada solo per eventi così particolari in Italia, mentre sarebbe un panorama decisamente più costruttivo se il supporto fosse tale in ogni singola occasione.

Cambio palco. Stanno ancora accordando che già si sentono i commenti "sono fighi...questi nel panorama sono proprio fighi!". Sono i Pallbearer, i compagni di tour degli Yob.
Dimostrano subito chi sono: delay etereo su arpeggi romantici, distorsione potente su accordature più che abbassate e voce paradisiaca. Il connubio tra una flying V, una telecaster e un basso piumato, questo il suono degli americani, che alzano la temperatura del locale, richiamano applausi e grida compiaciute.
Il palcoscenico è in fiamme, il clima incendiato e il pubblico in delirio. Precisione e pulizia dei suoni sfidano i volumi nel frattempo alzati, ma non richiedono alcuna staticità per la loro esecuzione.
Il livello di soddisfazione è incredibile fino a questo momento.
Prima che la soddisfazione si tramuti in viaggio extracorporeo, multisensoriale ma al contempo annichilente delle umane volontà.

Foto di Eugenio Crippa


Il trio dell’Oregon sale sul palco, sistema tutto a puntino, Mike Scheidt appoggia gli occhialini alla John Lennon e imbraccia la propria chitarra di liuteria dalla forma inconfondibile, mentre Aaron Rieseberg pare aver abbandonato il precedente Thunderbird per convertirsi al più acclamato Rickenbacker.
Foto di Eugenio Crippa
Il live viene scaldato con un brano noto, Ball OF Molten Lead, ma il fine ultimo del gruppo è presentare il loro nuovo album ed è esattamente ciò che farà.
La concentrazione è alle stelle, una semi compostezza quasi tesa aleggia sul palco per rendere l’esibizione il più accurata possibile. Traccia del vecchio Mike, quello che si piega a metà all’altezza del bacino mentre suona, con gli occhi ribaltati all’insù per l’estasi provata dal riprodurre la sua stessa musica, si trova a concerto ultimato, quando la band concede agli astanti un ultimo pezzo, Adrift In The Ocean.
Fino a quel momento si consuma un vero e proprio rituale sul palco del LoFi, dove note, sguardi, movimenti sono tutti calibrati per mandare il pubblico in stato di confusionale ebbrezza, percorrendo strade di un mondo parallelo, straniero ma familiare allo stesso tempo.
L’intera esibizione è musicalmente pesante e lenta in rimbombi e bassi sciamanici, dove la versatilità vocale di Scheidt lascia a dir poco spiazzati per gli alti livelli raggiunti. Intrisa di spiritualità anche la gestualità di Mike che saluta con le mani giunte sopra la testa alla fine di ogni brano e che ad un certo punto inizia a premere su di sé i punti corrispondenti ai diversi chakra.
Il pubblico è ipnotizzato ed ammaliato e, alla conclusione, non si sente partecipante che non dica di sentirsi “sballato” dalla performance appena svolta.

Foto di Eugenio Crippa



[il Report intero dell'esibizione degli Yob sul prossimo numero di Misery Purple]